martedì 13 settembre 2011

Qualcosa non torna in quel di Pianoro...

..e,stupirà forse i lettori più avvezzi al gossip investigativo che ad un accostamento logico-deduttivo-scientifico, non dipende da Salvatore Parolisi.
Dalle molteplici testimonianze raccolte in "multiconferenza" e che a ben vedere si inquinano a livello temporale (a questo proposito vi rimando all' ottimo blog dell'amico Massimo Prati http://albatros-volandocontrovento.blogspot.com/) alle tracce di DNA repertate sul cadavere della povera Melania e poi sottovalutati, dalle tracce ematiche sul camminamento del chiosco della pineta all' impronta di scarpa vicino al cadavere, sono tanti i dubbi che la ricostruzione (provvisoria ovviamente) messa in piedi dagli inquirenti lascia ad un osservatore che non si ponga passivamente di fronte a questa indagine.
Una più di tutte lascia interdetti e, forse, persino un po' spaventati; la pista olfattiva indicata dai cani.
Il protagonista di questa storia dentro il dramma è Piergiorgio, una cane Bloodhound,  "volgarmente" definito cane molecolare.
Piergiorgio comincia la sua ricerca la sera del 18 Aprile,poche ore dopo la scomparsa della donna; precedentemente erano stati prelevati gli odori di Melania da rimmel, lucidalabbra e scarpe.
La ricerca parte dalla zona della altalene, dopo un brevi giro a 360° per non dare indicazioni all'animale, che, immediatamente dopo aver ricevuto il comando "cerca", si dirige verso il chiosco adiacente ai bagni pubblici e,una volta raggiunto la strada asfaltata, svolta a sinistra ed imbocca la via che conduce al bivio Monumento-Bar Segà. Piergiorgio la percorre, senza esitazioni, sul lato destro,senza abbandonarlo mai ed al bivio si ferma...fiuta per alcuni secondi in direzione del Bar,lo "scarta" e prende la strada in discesa fino al monumento. Qui il cane fiuta l'erba ed anche in questo caso non ha dubbi; sente l'odore di Melania dietro al Monumento ai caduti,su un sentiero non visibile dalla strada.
Immediatamente Il Sig Macciò,istruttore del Blodhound, ripete l'esperimento con i medesimi risultati; non solo, pone nuovamente al cane la scelta del bivio e nuovamente Piergiorgio punta il monumento. Qui opera una nuova ricerca ed ancora imbocca il sentiero retrostante.
Quella sera stessa viene effettuata una perlustrazione lungo il sentiero ed il cane li conduce ad una roulotte abbandonata. Il lavoro di Piergiorgio per quella sera è terminato, ma il giorno successivo tutto si ripete; partenza dalle altelene e medesimo percorso..strada secondaria lato destro, bivio, monumento,sentiero.
Dunque, secondo Piergiorgio, Melania era a Colle San Marco e lì è sparita.

Cio che sconcerta ed inquieta è l'atteggiamento degli inquirenti nei confronti di questo indizio.Il 9 Luglio, mentre la richiesta di custodia cautelare è in fase di stesura (è stata presentata al GIP il 14 dello stesso mese) viene convocato Lazzaro Federico, responsabile tecnico del progetto cani Bloodhound, al quale si cerca insistentemente di "strappare" una qualche dichiarazione di inattendibilità relativa all' efficacia di questa tecnica di ricerca; non trovando soddisfazione, la pista olfattiva semplicemente scompare, dalle indagini come da qualunque atto ufficiale.
Di certo sarà un' impressione fallace, ma l' approccio investigativo adottato dalla Procura di Teramo prima ed di Ascoli poi è ben sottolineato proprio dall'utilizzo di questo indizio. Se mai ce ne fosse stato bisogno, Piergiorgio ci ha spiegato una cosa estremamente semplice; fin dal principio Salvatore Parolisi è stato "Il sospettato", il marito infedele, bugiardo ed assassino. Che il suo racconto coincida con quanto indicato dal Bloodhoud è parso di poco interesse per chi di questa indagine ha la responsabilità..eppure il caso della giovane Yara Gambirasio qualcosa lo dovrebbe insegnare; dopo tanto girovagare si è tornati al cantiere di Mapello,lì dove, dopo la scomparsa, si erano diretti i segugi delle unità cinofile.
Spero che un giorno qualcuno torni al Monumento di Colle San Marco ed imbocchi quel sentiero...quello nascosto alla vista, che Piergiorgio ha scovato e percorso senza indugi nè esitazioni; mi piace immaginare che tutto questo accada, che davvero un investigatore testardo e cocciuto lo percorra quel sentiero, fino ad una roulotte malandata ed arrugginita.
E lì cerchi le tracce forse lasciate dalla povera Melania Rea, per non ritrovarci con un altro delitto in cerca d'autore

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